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scienze

Addio al database americano dei disastri naturali da un miliardo di dollari

Dal 1980 ad oggi, negli Stati Uniti si sono verificati 403 eventi climatici estremi che hanno provocato ciascuno danni per oltre un miliardo. Il costo totale di questi disastri naturali ammonta a 2.918 miliardi di dollari. I dati arrivano da un database della National Oceanic and Atmosferic Administration (NOAA), chiamato Billion-Dollar weather and climate disasters. Una risorsa preziosa per misurare gli effetti della crisi climatica, ma una risorsa andata perduta.

Si tratta di uno degli effetti della decisione di Trump di togliere dai siti delle agenzie federali qualunque riferimento al climate change. Decisione che fa il paio con la nuova uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima. Come si legge sul sito di NOAA, il dataset resterà archiviato e disponibile a questo link, ma non sarà più aggiornato con i dati successivi al 2024.

Il dataset riporta episodi come cicloni, tempeste di neve, condizioni di freddo estremo e di siccità. E ancora allagamenti, inondazioni, incendi e tempeste. Unica condizione per entrare a far parte di questo censimento, quello di aver causato danni superiori al miliardo di dollari. Misura, quest’ultima, che rende in modo plastico l’idea delle conseguenze della crisi climatica.

Un tema diventato però tabù da quanto Donald Trump si è reinsediato alla Casa Bianca. Che appunto ha deciso di smettere di censirli. «Ciò che rende questi dati così importanti è il fatto che raccoglieva informazioni anche da fonti non pubbliche, che altrimenti sarebbero rimaste inaccessibili ai ricercatori», ha spiegato alla CNN Jeremy Porter, co-founder di First Street, società che si occupa di valutazioni finanziarie dei rischi climatici. Nonostante il suo valore per la comunità scientifica, però, anche questo database è caduto sotto la scure negazionista dell’amministrazione repubblicana.

Per approfondire. 

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